Stampa Segnala Trent’anni dal terremoto: una ferita ancora aperta - 23 novembre 1980 - 23 novembre 2010
Olmina Matonti e Carmine Masullo e i loro nipotini Alfonso Masullo, di tre anni, e Flavio Giordano, di 8 mesi, Carmela Ferrara: questi i nomi delle vittime del sisma che ha colpito la nostra città il 23 novembre di trenta anni fa. Ma tanti e gravi i danni materiali e, soprattutto, umani che la nostra comunità ha pagato e paga in conseguenza di quel doloroso evento.
A trent’anni di distanza è giusto fare memoria: non solo per ricordare chi non c’è più, ma per chiedersi perché molte ferite sono ancora aperte, a partire dalle baraccopoli che continuano ad insistere nella nostra valle.
Per rivivere queste memorie l’Amministrazione comunale ha organizzato nella mattinata di martedì 23 novembre, in tutte le scuole primarie della città, sotto la supervisione della Protezione Civile cittadina, prove di evacuazione.
Al termine dell’esercitazioni, alle ore 12.30, si osserverà un minuto di raccoglimento per ricordare quei tragici momenti.
L’Amministrazione comunale, inoltre, parteciperà con il suo Gonfalone alla celebrazione Eucaristica che sarà presieduta dal Vicario Generale dell’ Arcidiocesi, don Osvaldo Masullo, alle ore 19.00, nel Santuario di San Francesco e Sant’Antonio, simbolo con le sue ferite della furia devastatrice del terremoto ma anche della capacità del nostro popolo di ricostruire e rialzarsi in piedi.
Al termine del rito religioso saranno letti, allo scoccare delle ore 19.34, dal pulpito della chiesa i nomi delle vittime del terremoto nella nostra città.